di Giuseppe Di Palma, 10 nov 2025
In un’epoca in cui le notizie corrono e l’attenzione dura pochi secondi, la capacità di leggere in modo profondo e critico sta scomparendo. E questo non è solo un fatto culturale: riguarda la qualità stessa della democrazia.
Lettura e pensiero critico: il cuore della democrazia
La lettura non è soltanto un passatempo: è la base del pensiero libero, e dunque della democrazia.
I dati lo confermano: nel 2023 solo il 40% degli italiani sopra i dieci anni ha letto un libro nel tempo libero, e dopo i 14 anni il numero cala drasticamente. Leggere poi un quotidiano cartaceo è ormai percepito come un lusso o un’abitudine d’altri tempi.
L’appello di EURead, rete che riunisce 28 paesi europei, chiede di riconoscere la lettura come un diritto fondamentale, sostenendo scuole e biblioteche. In Toscana, progetti come Leggere: Forte! dimostrano che leggere ad alta voce migliora linguaggio, attenzione e memoria.
La lettura profonda – quella che richiede concentrazione e riflessione – allena la mente a ragionare e a cogliere le sfumature. Chi legge con continuità sviluppa capacità di analisi e comprensione più solide.
La storia lo dimostra: dove si è diffusa la lettura, è cresciuta la democrazia. Leggere aiuta a valutare idee diverse, ad accettare le contraddizioni del nostro mondo, a comprendere punti di vista lontani dal proprio.
Giornalismo e letteratura hanno dato forma all’opinione pubblica moderna, quella capace di criticare il potere e pensare in modo autonomo. Infine, la lettura sviluppa empatia: ci fa entrare nella vita degli altri e ci insegna a riconoscere e accettare le diversità.
Internet e l’illusione di essere informati
Se la scarsa lettura di romanzi o saggi impoverisce la nostra cultura, la difficoltà nel comprendere e analizzare le notizie ci rende meno liberi.
Il web ha reso l’informazione più accessibile, ma anche più superficiale. Navigando online, spesso ci limitiamo a scorrere titoli e post: è il cosiddetto skimming, la lettura veloce e distratta. Sui social, le notizie circolano senza contesto e con toni sensazionalistici, alimentando paure e disinformazione.
Questo approccio genera una “impazienza cognitiva”: non abbiamo più la pazienza di capire fino in fondo. Anche il modello economico dei quotidiani online amplifica il problema: gli articoli di approfondimento sono spesso a pagamento, mentre i contenuti gratuiti puntano su titoli brevi e roboanti. Così la realtà si distorce e cresce il populismo, inteso come tendenza a semplificare ciò che è complesso.
La qualità dell’informazione diventa un privilegio, mentre la superficialità circola liberamente. È un cortocircuito che mina le basi della democrazia, creando una frattura tra chi accede a notizie verificate e chi si accontenta dei titoli.
Cosa perde la democrazia
Quando smettiamo di confrontarci con testi complessi, queste abilità si indeboliscono: fatichiamo a capire, a distinguere il vero dal falso, a mantenere l’attenzione.
Meno lettura profonda significa maggiore vulnerabilità. Chi si accontenta dei titoli è più esposto alla manipolazione e al populismo. Chi non dispone di strumenti critici diventa facile preda di fake news e slogan semplicistici. Chi ha la capacità e l’abitudine a leggere in modo critico è meno vulnerabile alla disinformazione e partecipa in modo più consapevole alla vita civile. Il mondo è complesso: chi non è abituato alla lettura profonda tende a ridurlo in categorie nette – bianco e nero, buoni e cattivi – preferendo un mondo semplificato e rassicurante alla realtà, complessa e contraddittoria.
Una democrazia sana ha bisogno di cittadini informati e autonomi, capaci di ragionare e non soltanto di reagire d’istinto. Promuovere la lettura e il pensiero critico non è una spesa, ma un investimento per la nostra libertà collettiva.
Livorno: buone pratiche e sfide aperte
A Livorno la promozione della lettura sta trovando nuova vitalità grazie a una rete di iniziative coordinate. La Biblioteca al Mare porta libri, laboratori e incontri in spazi balneari durante l’estate, rendendo la lettura accessibile anche fuori dagli ambienti tradizionali.
L’adesione al progetto Nati per Leggere coinvolge famiglie e bambini fin dai primi anni, favorendo l’abitudine al libro in modo naturale. Eventi come il festival Démadé – Liberi di Libri, dedicato alla letteratura per ragazzi, arricchiscono l’offerta culturale con i giovani protagonisti.
La partecipazione delle scuole e delle librerie cittadine alla campagna nazionale #ioleggoperché dimostra un tessuto educativo e commerciale ancora vivo. Iniziative come Libri in Movimento e Agorà della Lettura portano la cultura nei centri commerciali, nelle piazze e in luoghi inconsueti, coinvolgendo autori e famiglie in attività esperienziali. LiberaMente è un’iniziativa che consente di far incontrare autori e lettori, invogliando alla lettura di libri di vario genere.
Grazie a questa rete di scuole, biblioteche, librerie e associazioni, Livorno è stata riconosciuta “Città che Legge” per il triennio 2024–2026. Come ha ricordato l’assessora alla Cultura Angela Rafanelli, “la lettura è uno strumento di coesione sociale e di cittadinanza attiva”.
È un segnale incoraggiante: dimostra che la promozione della lettura può essere un progetto collettivo e continuo, capace di unire cultura e partecipazione civile.
Ma c’è ancora tanto da fare perché la lettura torni a essere la base della nostra democrazia.