mercoledì, Dicembre 10, 2025

Livorno-Pisa-Pontedera: il ‘triangolo’ industriale e della logistica integrata.    

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Oggi più che mai è necessario dotarsi di una visione politico-amministrativa capace di guardare lontano. Entrare davvero nella modernità significa liberarsi da incrostazioni del passato che non sono più in grado di rispondere alle esigenze attuali. Questo richiede immaginazione, volontà e competenze politiche all’altezza delle sfide in corso.

In questa prospettiva, l’idea di un governo congiunto di Pisa e Livorno, strutturato come una vera governance di area metropolitana, dovrebbe assumere un ruolo centrale nell’agenda politica. Non si tratta di un esercizio teorico: sono le dinamiche economiche a spingere verso una visione più ampia e integrata. Basti pensare alla gestione dei beni pubblici, alla viabilità e ai trasporti, o alle infrastrutture logistiche – come la Darsena Europa – che necessitano di un coordinamento articolato con le reti nazionali e internazionali, e dunque di scelte strategiche di livello superiore.

Questa non è, tra l’altro, una prospettiva estranea ai nostri territori. Già nella seconda metà degli anni Sessanta Pisa e Livorno provarono a immaginare un futuro condiviso grazie al lavoro di progettisti di grande rilievo come Dodi e Piccinato, coinvolti nel piano regolatore di Pisa, e Detti, autore del piano regolatore di Livorno.

Alla Conferenza Economica del 1964 l’architetto Edoardo Detti e i suoi collaboratori, protagonisti dei piani particolareggiati del PRG labronico del 1956-58, presentarono uno schema innovativo per il retroterra di Livorno. Ipotesi ambiziosa, fondata su uno sviluppo lineare dei due capoluoghi verso l’interno lungo i bracci della futura “superstrada camionabile” (oggi la SGC FI-PI-LI), che si sarebbe biforcata a sud di Pontedera.

Il modello prevedeva insediamenti residenziali distribuiti sulle colline a sud della valle dell’Arno: lungo le strade provinciali che collegavano Livorno a Pontedera e lungo l’asse Pisa-Pontedera, già allora fortemente urbanizzato. Le aree industriali avrebbero dovuto svilupparsi in parallelo, ai piedi delle stesse colline, in una zona prossima all’attuale incrocio tra la FI-PI-LI e la statale 206.
Il progetto recuperava inoltre un’idea risalente agli inizi del Novecento: una “scorciatoia ferroviaria” tra Livorno, Collesalvetti e Pontedera, collegata direttamente alla linea Pisa-Firenze. In pratica, quello che oggi chiameremmo bypass ferroviario di Pisa.

Quella generazione di urbanisti seppe guardare avanti. Alcune intuizioni si sono concretizzate, molte altre no. Oggi il compito sarebbe aggiornare quella visione, rileggerla alla luce delle nuove criticità – economiche, demografiche, ambientali – e provare a dare risposte attuali.

Quel che è certo è che immaginare di governare da soli territori così interconnessi e dinamiche economiche ormai globali è non solo illusorio, ma profondamente antistorico. La sfida, oggi, è proprio costruire il coraggio e gli strumenti per tornare a guardare al futuro con la stessa ambizione di allora.

Maurizio Bettini
Maurizio Bettini
Maurizio Bettini (Ravenna 1963) è Dottore di Ricerca in Storia della Società Europea. E’ stato professore a contratto presso la Facoltà di Economia dell’Università di Modena. E’ stato consulente per l’Autorità Portuale di Livorno (2001) e per l’Autorità Portuale di Bari (2007) Modulo B “Aspetti tecnici, normativi e legislativi inerenti il trasporto marittimo e i porti” P.I.C. INTERREG IIIA ITALIA-ALBANIA 2000-20006 PROGETTO JOVE. Insegnante presso la Scuola Nazionale di Trasporti di La Spezia e ha svolto docenze presso Istituto di Studi Marittimo Militari di Venezia per i master di perfezionamento degli ufficiali superiori della Marina Militare.

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